Papa Francesco e la pietra su cui è fondata la nostra fede
Pubblichiamo di seguito l’omelia pronunciata da don Roberto Colombo, accademico pontificio, durante la Messa in suffragio di papa Francesco celebrata nel Duomo di Monza mercoledì 23 aprile.
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In questi giorni dell’Ottava ripetiamo anche noi, nella liturgia, quanto dicevano gli undici apostoli e i discepoli che erano rimasti con loro a Gerusalemme dopo la Pasqua: «Surréxit Dóminus vere, et appáruit Simóni»; davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone (Lc 24,34). All’alba di lunedì il Risorto è apparso anche agli occhi di papa Francesco e gli ha sussurrato: «Vieni e seguimi» (Mc 10,21) nel Regno eterno di Dio. E così è stato. Continuiamo la preghiera per lui, come ci ha sempre chiesto: «Per favore, non dimenticatevi di pregare per me».
Jorge Mario Bergoglio ha seguito Gesù con una dedizione incondizionata a Lui, come Pietro. Lo ha fatto da battezzato, da prete, da vescovo. Infine da papa. Così, per dire di Francesco parliamo di Pietro, della “pietra” che sola dà solido valore ad ogni pontificato, e non ci uniamo al coro dei tifosi di maniera né al vociare dei critici impietosi che si contendono il palcoscenico di questi giorni. Ai primi si addice l’antico detto “laudibus extollere adfligit et laudatorem et laudatum” (esagerare con gli elogi umilia sia chi loda che chi viene lodato). I secondi non dimentichino che “de mortuis nihil nisi bonum” (dei morti niente si dica se non il bene [da loro compiuto]).
La persona di Simon Pietro........
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