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La linea rossa che la sinistra sta per superare su Gaza

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04.10.2025

C’è una linea rossa, neppure tanto sottile, che la sinistra e alcuni sindacati italiani hanno pericolosamente oltrepassato negli ultimi giorni, appiattendosi sulle posizioni e i toni degli attivisti della Sumud Flotilla, non condannando con fermezza le violenze compiute dagli attivisti pro Pal scesi in piazza nelle ultime 48 ore, lasciando esposto alla gogna un sindaco colpevole di avere pronunciato la parola “ostaggi” parlando di Gaza, rifiutandosi di voltare in Parlamento a favore del piano Trump-Blair per bassi calcoli politico-elettorali, quando questo è stato visto con favore non solo dai “cattivi” Stati Uniti, ma da quasi tutti gli Stati arabi musulmani, dagli stessi attivisti palestinesi, ed è stato preso seriamente in considerazione da Hamas.

Intervistato qualche giorno fa dalla Stampa, il leader di Italia viva ed ex segretario del Pd Matteo Renzi ha detto, riferendosi all’iniziativa della Sumud Flotilla: «Ben venga un elemento di passione civile, non intendo denigrare i partecipanti. Anzi, li invito ad andare anche in Ucraina, in Nigeria o in Sudan. Ma io sono un parlamentare, non un attivista di una Ong. Noi politici siamo pagati per trovare soluzioni, non per esprimere indignazione. Per aiutare i bambini di Gaza serve il piano Trump-Blair, non le regate». Un ragionamento lapalissiano che il Pd di Elly Schlein non è però riuscito a fare, neppure dopo l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che invitava i membri della Flotilla a consegnare gli aiuti al Patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, sapendo che la spedizione non avrebbe avuto successo.

Il Pd di Schlein «verso il precipizio»

Sul Foglio di giovedì Giuliano Ferrara si chiedeva se «siamo sicuri che Schlein e gli altri, tutti a vario titolo eredi di tradizioni politiche democratiche, civili, da quella antifascista a quella cattolica di sinistra, compresa l’insalatiera hippy di questa scalcinata segreteria, si rendano conto del passo che, consapevolmente o insensibilmente, avvicina il principale partito di opposizione costituzionale al precipizio?». Dopo l’astensione sul piano per Gaza la speranza è che – almeno – non se ne rendano conto, e abbiano irresponsabilmente scelto questa tattica convinti di trasformare in voti le urla di chi è sceso in piazza giovedì sera, ieri per lo sciopero, e oggi in nuove manifestazioni in molte città........

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