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L’intelligenza artificiale ci «spegne il cervello»?

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30.06.2025

Quanti di noi, oggi adulti (e possibilmente non insegnanti), sanno risolvere una divisione in colonna senza tentennamenti? Quanti ricordano la fatica di trovarsele di fronte, alle elementari, cercare di capirle, provare a risolverle e poi esultare dopo esserci riusciti da soli, solo con l’aiuto della propria intelligenza?

Se fossimo bambini oggi probabilmente apriremmo Google Lens, inquadreremmo l’operazione e riceveremmo la risposta pronta sullo schermo del nostro smartphone. La tecnologia ha reso tutto immediato. E nella misura in cui ci solleva dallo sforzo, ci svuota anche della necessità di pensare. È quello che denuncia Sean Thomas sullo Spectator, raccontando con sarcasmo e una punta di disperazione come abbiamo cominciato a delegare interi quartieri della nostra mente alle macchine: la calcolatrice ha rubato la matematica, il GPS l’orientamento, i suggerimenti musicali il gusto personale, i correttori ortografici la lingua. Ora, con ChatGPT e i suoi fratelli, rischiamo di consegnare all’intelligenza artificiale anche la scrittura, l’argomentazione e — soprattutto — la memoria.

Lo studio del MIT su ChatGpt

Uno studio recente del MIT Media Lab — intitolato Your Brain on ChatGPT — ha acceso un faro proprio su questo fenomeno. I ricercatori hanno preso 54 studenti e li hanno divisi in tre gruppi: uno doveva scrivere dei saggi con il solo uso del proprio cervello; un secondo poteva consultare Google; un terzo aveva a disposizione ChatGpt. Tutti indossavano un casco EEG per monitorare l’attività cerebrale su 32 regioni. I risultati sono stati eloquenti: chi scriveva senza alcun aiuto mostrava un’intensa attività cerebrale nelle bande alpha, theta e delta — quelle associate a creatività, memoria e pensiero semantico. Il gruppo che usava Google mostrava anch’esso un buon livello di attivazione mentale, mentre chi usava ChatGpt si spegneva: le onde cerebrali erano deboli, scarse, e peggioravano con ogni nuovo compito.

Ma non è tutto. I saggi prodotti con l’ausilio dell’IA erano quasi indistinguibili tra loro: frasi simili, idee prevedibili, tono piatto. Due docenti incaricati di valutarli........

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