A qualcuno piace chatbot
«L’americano medio ha credo meno di tre amici, tre persone che considera amiche, e la persona media ne vuole parecchie di più, diciamo quindici amici», ha detto in un podcast Mark Zuckerberg, ceo di Meta e inventore del social network che ha cambiato per sempre, stravolgendola, la definizione di “amici”, Facebook. «Certo che, se ce le hai, sono meglio le connessioni fisiche», ha aggiunto, «ma la realtà è che la gente non le ha e si sente sola più di quanto vorrebbe».
Combattere la solitudine parlando con i chatbot
Dunque come combattere questa condizione dell’uomo contemporaneo, la solitudine? Parlando con i chatbot, diventando amici (appunto) dell’intelligenza artificiale, dice Zuckerberg, che con Meta ha sviluppato e continua a sviluppare assistenti virtuali sempre più evoluti. I chatbot con Ai sono sempre più utilizzati nella vita quotidiana: per lavoro, ricerca, per farsi fare i compiti, per modificare immagini e creare video realistici o fantastici da spammare sui social, per passare il tempo. A differenza degli amici in carne e ossa, poi, ti danno sempre ragione e non ti criticano – tanto che Sam Altman, ceo di OpenAi che ha lanciato ChatGpt, ha scritto che l’ultima versione della sua intelligenza artificiale è talmente tanto accondiscendente da risultare fastidiosa.
In un mondo che ha ridotto drasticamente il contatto fisico e le interazioni di persona, non viene difficile pensare che l’idea di Zuckerberg possa davvero realizzarsi con successo. Tutto ciò, però, comporta conseguenze problematiche, soprattutto perché molte persone non si rivolgono all’Ai per risolvere equazioni, sintetizzare lunghi testi, analizzare dati o anche solo farsi fare i compiti: c’è chi cerca conforto psicologico (e poi finisce per suicidarsi), chi l’amore e chi – naturalmente – il sesso.
I “giochi di ruolo romantici” dei chatbot di Meta
Ed è proprio sul sesso che l’intelligenza artificiale di Meta sembra avere allentato i controlli, superando i limiti etici avendo permesso ai propri chatbot di portare avanti discussioni sessualmente esplicite con fantasie estreme anche con minori. Lo ha scoperto e denunciato il Wall Street Journal in una lunga inchiesta uscita alcuni giorni fa. Unica tra i suoi principali concorrenti, Meta ha dotato i propri chatbot della capacità di intrattenere numerose interazioni sociali tra cui i “giochi di ruolo romantici”, scherzando con gli utenti tramite messaggi, selfie e persino conversazioni vocali dal vivo.
Per rendere il tutto più appetibile, la società proprietaria di Facebook, Instagram e Whatsapp ha stipulato accordi economici con celebrità come le attrici Kristen Bell e Judi Dench e il wrestler e attore John Cena per i diritti di utilizzo delle loro voci,........
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