Che cosa vuol dire il Nobel a Machado per il Venezuela. Ma soprattutto per noi
«Oh mio Dio… non ho parole». È con un misto di incredulità e commozione che María Corina Machado riceve la telefonata da Oslo, nella notte del 10 ottobre 2025, quando il direttore del Comitato Nobel le comunica che è lei la vincitrice del Premio Nobel per la Pace. «Spero capiate che questo è un riconoscimento a un intero movimento», risponde la leader venezuelana. «Io sono solo una persona. Questo premio appartiene al popolo del Venezuela».
Il comitato norvegese ha motivato la scelta di Machado con «il suo instancabile lavoro nella promozione dei diritti democratici del popolo venezuelano e per la sua lotta a favore di una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia». Una frase che, per la prima volta, sancisce ufficialmente a livello internazionale ciò che per milioni di venezuelani è da anni una realtà quotidiana: il loro paese vive sotto una dittatura.
«Riconoscimento di una lotta civile durata decenni»
Nata a Caracas nel 1967, ingegnere e imprenditrice, Machado diede vita nel 1992 alla Fondazione Atenea per i bambini di strada e, dieci anni dopo, Súmate, organizzazione di vigilanza elettorale che promuove elezioni libere e trasparenti. Nel 2010 entrò in Parlamento con un record di voti, ma nel 2014 il regime la........





















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