La “Coalizione dei volenterosi” è tutto fumo
A giudicare dalla reazione all’incontro della “Coalizione dei volenterosi” degli attori più importanti del conflitto russo-ucraino, il vertice di Parigi non si può affatto definire un successo. Anzi. La definizione migliore è probabilmente quella che più rispecchia anche il leader europeo che l’ha convocato, Emmanuel Macron: tutto fumo e niente arrosto.
Tanti no alle truppe in Ucraina
Il presidente francese, al termine dell’incontro dei 35 paesi disposti ad aiutare l’Ucraina a porre fine al conflitto, ha dichiarato che in 26 si sono detti disponibili a «fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina». Significa che 26 paesi sono pronti a schierare decine di migliaia di truppe al fronte, come suggerito giorni fa da Ursula von der Leyen e confermato ieri da Volodymyr Zelensky?
Neanche per idea, ha dovuto specificare Macron a domanda diretta. L’indisponibilità assoluta a inviare soldati in Ucraina da parte di paesi importanti come Germania, Italia, Giappone e Polonia ha ridotto di molto l’impegno promesso dai “volenterosi”.
Innanzitutto, non si farà nulla prima che sia dichiarato almeno un cessate il fuoco. In secondo luogo, nessuno si muoverà prima di ottenere dagli Stati Uniti la certezza che truppe e mezzi europei saranno difesi dall’alleato americano (che vorrebbe, al contrario, disimpegnarsi). In terzo luogo, 26 paesi si sono detti disponibili a partecipare a una missione, chi con soldati, chi con altri mezzi, chi mettendo a disposizione le proprie capacità ma «restando nei confini dei paesi membri della Nato».
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