“Piccolo Grande Pinocchio”. Uno spettacolo speciale a Segesta
Percorrendo l’autostrada che da Palermo porta a Trapani è impossibile non notare lo splendido tempio greco di Segesta. Non visibile ma altrettanto bello è il suo teatro che gli abitanti di Segesta costruirono sulla cima più alta del Monte Barbaro. Orientato a nord, verso il golfo di Castellammare sfrutta come scenografia lo splendido panorama del mare e delle colline a perdita d’occhio.
Da molti anni esso è ampiamente utilizzato per spettacoli estivi di vario genere, e nel mese di agosto offre proposte quanto mai interessanti in uno speciale festival, curato dal Parco Archeologico di Segesta.
Ma forse mai prima d’ora aveva accolto uno spettacolo particolarmente diverso perché ha avuto come protagonisti dei ragazzi affetti da varie forme di disabilità che hanno rappresentato una interessante e piacevole rivisitazione di Pinocchio, dal titolo “Piccolo Grande Pinocchio” di Giampiero Pizzol per la regia di Pietro Ganci.
Come è iniziata l’avventura
Per comprendere il valore e l’importanza della proposta artistica, ma anche culturale e solidaristica, bisogna iniziare dalla fine, quando a spettacolo concluso l’autore del testo ha chiamato via via in scena i ragazzi protagonisti. Tra balli e canti si è scatenata una festa difficile da contenere di cui i ragazzi sono stati i protagonisti comunicando a chi ancora non ne avesse compreso il valore la loro gioia di vivere, dopo essersi cimentati in una prova quanto mai ardua.
Il luogo di svolgimento di questa storia è il comune di Alcamo, in provincia di Trapani e la protagonista è Giuseppina, che ha avuto per prima questa intuizione. Quando le chiediamo di raccontare come tutto è accaduto e le difficoltà incontrate ci dice: «Uno dei tanti problemi è stato far imparare a memoria a ciascuno la propria parte. Quando dimenticano la battuta non attendono necessariamente il suggerimento, ma vanno in automatico, spesso utilizzando........
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