Pietà per Davide Garufi
Davide e Alexandra Garufi erano la stessa persona: un ragazzo di 21 anni, identificato dai media come “tiktoker”, che si è tolto la vita. Un altro caso di cronaca già risolto sui giornali prima ancora che si conoscano i fatti. Il movente? L’odio transfobico. I colpevoli? Gli hater, «la cultura che esprimono i movimenti anti-scelta come Pro Vita e Family Day», «la destra intollerante che nega l’esistenza di queste persone, umiliandole fino a costringerle a trovare la morte», denuncia Daniele Durante, delegato ai Diritti della segreteria di Sinistra Italiana Milano, in una dichiarazione subito ripresa dai media.
La Procura di Monza ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. Nessun rapporto, al momento della notizia, spiega chi o cosa abbia portato il ragazzo a premere il grilletto della pistola del padre, guardia giurata, lo scorso mercoledì nella sua casa di Sesto San Giovanni. Ma per i media e gli attivisti non ci sono dubbi: “Tiktoker Alexandra Garufi si toglie la vita dopo gli insulti per la transizione di genere”, titola La Stampa, che ospita anche la nota di Sinistra Italiana su «un ragazzo che ha avuto il coraggio di fare coming out come donna transgender su TikTok, chiedendo di essere chiamatə Alexandra e annunciando con fierezza l’inizio della terapia ormonale». Il movente sarebbe confermato dalle parole di una vicina di casa: soffriva per gli insulti omofobi online e la famiglia non aveva “del tutto accettato” la sua transizione.
Leggi anche L’omofobia dei media che nel suicidio di un ragazzo vedono solo una vittima gay Non avremmo voluto sapere niente del caso transfobia al liceo Cavour Murgia e l’antirazzismo con la “ə”Davide Garufi non era solo Alexandra
Eppure, basta poco per scoprire che Davide non era solo Alexandra. Aveva vestito tanti panni, in quel bulimico teatro delle apparenze e del blaterare che è TikTok: gamer, emo, etero, transgender Alexandra, poi di nuovo Davide non........
© Tempi
