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L’algoritmo ti ama più di tua madre

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10.08.2025

C’è stato un tempo, non troppo lontano, in cui “basta l’amore” non era uno slogan arcobaleno ma il prequel di una nascita. Non che i figli nascessero tutti dall’amore, ma di sicuro non venivano fuori dalle seghe mentali, tanto meno da complicati calcoli o filtri genetici. Anzi, spesso somigliavano a quelli che oggi i guru della moda sostenibile definirebbero “scarti preconsumer” (resti di lavorazione mai entrati in collezione, invenduti per i più svariati motivi).

Si andava incontro all’altro come senza ombrello sotto il temporale: anche tra i più affettivamente attrezzati il concepimento passava dal rischio come dall’accidente imprevedibile. Non è terribile? Dev’essere così, se oggi il concepimento passa da un’app, e la scelta del partner – pardon, del genitore genetico compatibile – viene delegata ad algoritmi che promettono “Ti aiutiamo a costruire la famiglia che desideri”.

Sperma e algoritmo

Un paio di mesi fa, nel Regno Unito, è stata lanciata Y Factor, la nuova frontiera della riproduzione algoritmica. Una piattaforma di “matchmaking riproduttivo”, basata su criteri genetici, preferenze etiche e filtri personalizzati. Non cerchi l’anima gemella, cerchi il genoma giusto.

La dinamica è semplice: scarichi l’app, crei un profilo dettagliato, carichi le tue preferenze per la futura prole – età, razza, distanza, metodo di donazione, grado di coinvolgimento post-nascita, compatibilità filosofica e via dicendo. L’algoritmo individua il donatore perfetto e se i due profili si piacciono, si apre una chat cifrata. Auguri e figli tanti.

«Dal sogno di un bambino al bambino da sogno»

L’idea di una app «per rendere il processo personale, trasparente e ricco di significato» (sic) è venuta a Ole Schou, fondatore della danese Cryos International, che si autodefinisce la più grande banca di ovociti e sperma al mondo. Tempi aveva incontrato le sue referenti alla fiera

© Tempi