Addio smartphone a scuola, benvenuta realtà
Settembre 2025: si avverte la scossa di un piccolo, grande terremoto nel mondo della scuola. Da quest’anno, infatti, normalmente gli smartphone sono vietati anche alle superiori, non solo a lezione ma durante tutto il tempo scuola. Ne parliamo con Alberto Pellai (Università Statale di Milano), medico, ricercatore e psicoterapeuta che da anni si occupa di salute dei ragazzi (fresco sugli scaffali il suo nuovo libro, Esci da quella stanza, scritto con Barbara Tamborini e pubblicato da Mondadori).
Professore, la disposizione ministeriale che vieta l’utilizzo degli smartphone a scuola ci riporta all’età della pietra o, al contrario, è al passo coi tempi?
Direi che è una scelta necessaria alla luce di quello che ci dicono i dati di ricerca, cioè che gli adolescenti in effetti sono sempre connessi e le situazioni in cui rimangono sconnessi ormai sono veramente pochissime. L’iperconnessione ha portato un vantaggio dentro alle loro vite, ha migliorato le abilità e le competenze che devono essere acquisite nel corso della crescita, oppure no? Le ricerche ci dicono che in realtà questa è la generazione ansiosa, per citare il libro di Jonathan Haidt. Al tempo stesso la scuola ha molto risentito negli ultimi anni dei danni prodotti dall’iperconnessione nella vita di bambini e ragazzi. La scuola prende questa decisione perché sono state fatte ricerche in particolare proprio nelle nazioni dove è stata molto ampliata l’esperienza dell’apprendimento digitale ed è stato verificato che cosa accadeva nelle scuole che non erano smartphone free e che l’anno scolastico successivo lo diventavano, tenendo sotto controllo le variazioni del profitto e quindi direttamente degli apprendimenti, e monitorando anche la qualità della sociorelazionalità all’interno della scuola. Si è visto che la scuola smartphone free è in realtà una scuola che dà oggettivamente il vantaggio di avere migliori apprendimenti e migliori relazioni anche nei tempi informali.
Viene criticata in particolare l’ultima sezione della disposizione ministeriale in questione, in cui si dice che comunque «resta necessario per la scuola rafforzare le azioni finalizzate ed educare all’uso responsabile e consapevole dello smartphone e degli altri strumenti digitali». Si può educare allo smartphone togliendo lo smartphone?
Noi forniamo competenze ai futuri cittadini di domani con l’educazione civica, motiviamo la loro partecipazione alla politica, ma a 12 anni non li facciamo votare. Esattamente come forniamo educazione stradale, ma non la forniamo mentre loro sono sulle automobili e le stanno guidando. Prepariamo una cultura, un’attitudine alla sicurezza e alla prevenzione che poi verrà messa in atto nel momento in cui saranno trasformati da potenziali a reali. Va anche detta un’altra cosa: che quando noi parliamo di educazione........



















































