Rosa Mazzone a Gaza con Medici senza frontiere. Chieco: «Segno di speranza nell’umanità»
Parte orientale di Gaza City, quartiere di Sheikh Radwan, 15 settembre: un camion cisterna di Medici senza frontiere percorre le vie semidistrutte. A bordo vi è il team dell’associazione umanitaria che distribuisce alla popolazione stremata 10.000 litri di acqua.
I soldati dell’esercito israeliano sparano sull’autocisterna, tra la paura dei civili e degli operatori sbigottiti che, come riporta Msf sul sito dell’organizzazione, avevano informato, in anticipo, del percorso e degli orari di spostamento del veicolo proprio le autorità israeliane. Si è trattato, quindi, secondo Msf, del tentativo deliberato di sabotare la distribuzione di acqua ai civili che non possono lasciare la zona, tra cui i malati e i più vulnerabili che vivono nelle tende e tra le macerie delle loro case.
Questo grave atto che viola i diritti umani è stato raccontato a RaiNews 24 – Filodiretto, diversi giorni fa, anche dalla ruvese Rosa Mazzone, amministratrice di missione di Msf, in collegamento da Deir al Balah.
Mazzone ha ricordato l’infermiere Hussein Alnajjar, che ha perso la vita il 16 settembre scorso a causa delle ferite riportate in un attacco aereo vicino alla sua tenda. Dall’inizio del conflitto, Hussein è il tredicesimo componente di Medici Senza Frontiere che ha perso la vita .
Mazzone, inoltre, racconta di quando era a Gaza City e dal cielo sono piovuti i volantini in cui si leggeva che la città era sotto ordine di evacuazione. «Le immagini per strada sono veramente difficili da raccontare – dice Mazzone -. C’è chi a ogni ordine di evacuazione, prende i figli e ha pochi minuti per mettersi in salvo; c’è chi raccoglie i propri effetti in una busta di plastica nera e corre per salvarsi. Ma non tutti si stanno dirigendo verso sud, perché costa tantissimo, la strada è congestionata, e i gazawi sono stanchi di essere costretti a spostarsi. C’è chi sta scegliendo di restare, consapevole del proprio destino. Ci sono famiglie che si stanno separando, c’è chi rimane e c’è chi tenta di salvarsi spostandosi a sud, dove però ci........





















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