Leader eletti messi fuori con processi discutibili
Nell’attuale fase della storia dei regimi democratici occidentali sembra andar prendendo forma una strategia i cui sviluppi non sono prevedibili. Notizia della scorsa settimana è che i Servizi interni tedeschi, colà noti con l’acronimo BfV – in italiano si scioglie come Difesa della Costituzione – dopo una lunga inchiesta condotta per oltre quattro anni, hanno elaborato un ponderoso rapporto di circa 1.100 pagine stabilendo che l’AfD, Alternativa per la Germania, è un partito assai pericoloso, d’estrema destra, in grado di mettere a repentaglio l’assetto costituzionale teutonico e dunque da ‘attenzionare’, come usa dire nel gergo poliziesco: il che, tradotto in pratica, vuol significare che potranno potenziarsi i mezzi investigativi a disposizione della autorità per controllare lo svolgersi dell’azione politica del partito allegato a sospetto.
Quel che lascia per vero assai perplessi – ma se ne sa ancora troppo poco – è che a queste conclusioni i BfV sono pervenuti non sulla scorta di rilevate condotte specificamente illecite bensì – par di capire – alla stregua d’un giudizio di carattere squisitamente ideologico: i principi perseguiti da quella forza politica, che gode di sempre più ampio consenso popolare, sarebbero indirizzi che violerebbero la dignità umana, razzisti in buona sostanza. Dunque, uno schietto giudizio politico, espresso da servizi segreti, che fonda la sottoposizione a grave sospetto d’una popolarissima forza politica. È un trend, evidentemente in corso. Noi, in Italia, siamo stati antesignani.
Nel novembre del 2013, Silvio Berlusconi, a seguito d’una........
© Roma
