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Disturbi del sonno e tumori, c’è un legame? Perché contare le pecore ti può essere utile

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03.08.2025

Roma, 3 agosto 2025 – Tra disturbi del sonno e tumori c’è un legame? E tra mancanza di riposo e aumento di peso? Ancora: perché si dice ‘contare le pecore’ e quali sono i consigli da mettere in pratica prima di addormentarsi? Viaggio nei letti degli italiani che sono (anche) un popolo di sonnambuli. Ma il riferimento non è alla folgorante definizione del Censis che a fine 2023 fotografò così gli italiani inermi e schiacciati dalla paura. Piuttosto, il 10% della popolazione soffre proprio di insonnia cronica. “E se consultiamo gli studi che abbiamo fatto come società scientifica, anche in collaborazione con i medici di famiglia, ripetuti pochi anni fa, e ci concentriamo su quei pazienti, la percentuale di disturbi del sonno pesa nel 50% dei casi, anche se spesso non viene riportata. Riguarda persone che soffrono di comorbidità senza avere la consapevolezza di questo disturbo, perché dobbiamo fare i conti con tanta medicina fai-da-te". Così Lino Nobili, presidente dell’Accademia italiana di medicina del sonno, professore di Neuropsichiatria infantile e direttore della Scuola in Neuropsichiatria infantile all'Università di Genova.

Ma come si può definire l’insonnia cronica? Chiarisce il professore: "Scatta quando il soggetto che ha difficoltà ad addormentarsi e a mantenere il sonno, con frammentazione e risveglio precoce, si presenta almeno tre volte alla settimana dal medico, per almeno tre mesi o per un tempo più lungo. Ma se uno dice, “dormo poco, dormo male ma di giorno sto benissimo”, quella non la consideriamo più come insonnia cronica. Bisogna pagarne un prezzo anche nel corso della giornata, ad esempio per difficoltà di concentrazione ma anche per irritabilità e stanchezza, i sintomi sono diversi, ogni persona reagisce in modo differente. Molto spesso i pazienti non prendono bene in considerazione questo disturbo".

A questo link tutte le info sull’Aims

"Chiaro che si può soffrire di un’insonnia transitoria legata a un evento esterno, a un dolore, a un evento traumatico. Questo è un modo assolutamente normale di reagire. Ma se questo disturbo rimane per settimane e ha un impatto sulla qualità della veglia, sul tono dell'umore, sulla capacità di concentrazione, sull’irritabilità, va preso in carico. E bisogna occuparsene. Perché trattare un'insonnia all'esordio è molto più facile che intervenire dopo, quando si mettono in atto meccanismi sbagliati, il paziente pensa di compensare ma in realtà non fa che aggravare il disturbo stesso".

La Simri (Società italiana per le malattie respiratorie infantili) a marzo, per la Giornata mondiale del sonno 2025, ci ha ricordato che almeno 2-3 bambini sotto i due anni su dieci........

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