Addio a Papa Francesco: voleva una Chiesa come un ospedale da campo
Roma, 21 aprile 2025 – Il 13 marzo del 2013 segnò l’incrocio tra lo stupore, il sogno e la speranza, e il Buonasera di Jorge Mario Bergoglio dette l’idea della portata storica che tutte le “prime volte” di un papa venuto dalla fine del mondo avrebbero consegnato alla società e alla Chiesa cattolica. Una società che guardava incuriosita a quello che i cardinali si sarebbero inventati per far dimenticare la vergogna di Vatileaks, una Chiesa chiamata al riscatto della Pasqua dopo il Venerdì santo del tremendo j’accuse a cui le dimissioni di Benedetto XVI l’avevano costretta.
Tante promesse si affacciarono dalla Loggia delle benedizioni alle sette di un’umida serata romana, e si capì subito che non sarebbero andate deluse, sarebbero state così travolgenti che nessuno dei tanti fedeli, curiosi, turisti, giornalisti in piazza pensò ad aprire l’ombrello. Il suono delle campane della basilica mai sembrato così gioioso, il cielo era autorizzato a mandar giù tutto quello che avrebbe voluto.
Era la prima volta di un sudamericano a San Pietro, la prima di un gesuita, la prima di un papa che osò chiamarsi come il santo che aveva sfidato un altro papa e proprio per quello aveva ribaltato la Chiesa, la prima di un pastore che si identificò subito come un vescovo tra i tanti spogliandosi di........
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