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Radiati senza frontiere: medici sospesi per abusi e negligenze tornano in corsia oltre confine

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Un’inchiesta internazionale rivela che in Europa centinaia di camici bianchi, persa la licenza in uno Stato a causa di abusi, negligenze e pure violenze, continuano a esercitare in altri Paesi. E non si può fare molto per fermarli, neanche quelli nostrani…

Avete mai pensato che il medico che vi visita, quello a cui affidate la vostra salute, potrebbe essere stato cancellato dall’albo in un altro Paese e continuare comunque a esercitare liberamente in ospedale? Non è fantascienza, ma una realtà documentata da un’inchiesta internazionale che ha messo a nudo un sistema di controlli così fragile da permettere a professionisti radiati per abusi, negligenze o violenze di varcare un confine e riprendere la carriera come se nulla fosse.

Il risultato è inquietante: oltre cento casi accertati di dottori esclusi dall’abilitazione alla professione ma regolarmente attivi in altri Paesi. Alcuni operano su pazienti ignari delle condanne. La falla nasce da un sistema opaco: in molti Paesi europei i provvedimenti disciplinari non sono pubblici né condivisi. Solo Regno Unito, Svezia e Norvegia garantiscono trasparenza; altrove le autorità comunicano dati incompleti o li negano. Così, un medico radiato in uno Stato può facilmente presentarsi in un altro e ottenere una nuova licenza. Le norme europee prevedono che le sanzioni siano comunicate tramite la piattaforma Imi (Sistema di informazione del mercato interno), ma lo scambio di dati è irregolare: dal 2016 al 2025, dieci Stati hanno inviato meno di una dozzina di notifiche, mentre Malta, Grecia, Estonia e Liechtenstein non ne hanno trasmessa nessuna.

L’inchiesta, redatta dopo un lavoro congiunto di 50 testate di 45 Paesi e coordinata dal network Occrp insieme al Times di Londra e alla norvegese VG,  ha messo all’opera 90 giornalisti che hanno analizzato oltre due milioni e mezzo di documenti – atti disciplinari, registri, sentenze… – creando un database unico. E ne è emerso un vuoto normativo preoccupante: tra burocrazie lente e controlli inesistenti, basta attraversare un confine per cancellare il proprio........

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