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Ursula si butta a destra per restare in sella: Bruxelles congela le norme green

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Dopo anni passati a benedire le politiche della sinistra europea, il presidente della Commissione Ue sembra aver fiutato l’aria che tira. E a costo di smentire sé stessa, si fa conservatrice

Appena arrivata a Bruxelles nel 2019, Ursula von der Leyen aveva fatto convertire un bagno adiacente al suo ufficio, al tredicesimo piano del palazzo Berlaymont dove ha sede la Commissione europea, in una camera da letto. Compressa nella prospettiva del bunker – era stata eletta per il rotto della cuffia, con soli 9 voti (quelli dei 5 stelle, ndr) in più di quelli necessari per l’investitura e un centinaio di franchi tiratori – il presidente aveva preferito alloggiare in una stanza di 25 metri quadri anziché in un residence, come aveva fatto il suo predecessore Jean-Claude Juncker, un po’ per la sua ossessione maniacale per il lavoro, un po’ per sottrarsi alle dinamiche della “bolla” bruxellese.

L’operazione, in realtà, non è andata come previsto: l’ex ministro tedesco è stata talmente fagocitata dalle logiche del Berlaymont da aver partorito, con la complicità del suo gruppo politico di riferimento, quello del Partito popolare europeo, la direttiva che ha messo in ginocchio la filiera della produzione automobilistica Ue, il famigerato Green deal. Certo, allora c’era il suo vice Frans Timmermans, commissario olandese responsabile per il clima, a dettar legge a Bruxelles insieme con socialisti, liberali e verdi, che governavano nei maggiori Paesi Ue (Italia, Germania, Francia), ma quella direttiva fu votata anche dai popolari, che al Parlamento europeo espressero parere favorevole in 170, su 181 eurodeputati.

Oggi, la musica al Berlaymont è cambiata: Von der Leyen abita sempre al tredicesimo piano, ma sembra essersi riconvertita ai valori del partito che l’ha catapultata sullo scranno più alto di Bruxelles per ben due volte. I rapporti con i gruppi a destra del Ppe (i conservatori e riformisti europei di Ecr dove siedono gli eurodeputati di Fratelli d’Italia e i patrioti di PfE, cui invece aderisce la Lega) sono più distesi, fatta eccezione per un’estemporanea mozione di sfiducia contro di lei sulla mancata trasparenza nella gestione degli appalti sui vaccini promossa dalla........

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