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Obesità, l’Italia approva una legge storica. Ora è considerata malattia

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Il nostro Paese è il primo al mondo a identificare l’obesità come una patologia «progressiva e recidivante». Un passo in avanti per aiutare gli oltre 6 milioni di italiani in grave sovrappeso. L’obiettivo è accrescere cure, prevenzione, riconoscimento giuridico e coperture assistenziali.

Lo stigma pesa più dei chili stessi. Ferisce a scuola, sul lavoro, nella vita sociale. Sei grasso, non hai forza di volontà, basterebbe mangiare meno: frasi pronunciate come un marchio di colpa. Intanto, un italiano su due convive con problemi di peso e oltre sei milioni sono obesi.

L’Italia, però, stavolta è pioniera e sta cercando di cambiare la storia, anche se a piccoli passi. Lo scorso 2 ottobre, con l’approvazione della legge Pella, il nostro Paese è diventato il primo al mondo a riconoscere ufficialmente l’obesità come malattia cronica, progressiva e recidivante: altre nazioni la definiscono già come problema medico, ma non con una legge unitaria e nazionale che includa tutte le parti, abbracciando prevenzione, cura, sensibilizzazione, riconoscimento giuridico e copertura assistenziale.

Una norma fortemente voluta dal governo, perché troppo a lungo la società ha guardato al corpo come misura della volontà o del valore, ignorando la complessità di una patologia che ha effetti drammatici.
«L’obesità è la pandemia del 21° secolo» scrive Michele Carruba, presidente onorario del Centro di studio e ricerca sull’obesità dell’Università di Milano, e autore del libro Obesità, istruzioni per ribellarsi (Guerini editore). «Si diffonde in........

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