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Le Università hanno miliardi sul conto, ma non li spendono

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08.12.2025

Gli atenei italiani accumulano oltre 14 miliardi di liquidità non utilizzata, mentre crescono tasse, costi degli affitti e proteste studentesche. Un sistema opaco fatto di depositi, patrimoni enormi e stipendi d’élite ai vertici amministrativi.

I numeri farebbero pensare a veri e propri caveau, dato che parliamo di disponibilità liquide per miliardi di euro. E chi li gestisce gode di stipendi stellari. Benvenuti nel mondo poco noto delle università italiane, un Eldorado costellato da 67 atenei pubblici, ognuno dei quali custode geloso del proprio feudo, dei propri privilegi, soprattutto dei propri beni. Il risultato è paradossale: mentre studenti più o meno in tutta Italia protestano per il caro affitti e per l’aumento delle tasse universitarie montando tende all’interno degli atenei, come ancora accaduto soltanto alcuni mesi fa a Bologna e a Roma, pochi di loro sanno che questi stessi atenei molto spesso siedono su una valanga di soldi senza che siano – inspiegabilmente – utilizzati.

NESSUN TAGLIO AI FONDI: I SOLDI CI SONO

Prima di analizzare il tema, va sfatato un falso mito. Il governo elargisce fondi alle università, eccome. Ogni anno sono sovvenzionate per la loro attività ordinaria da un capitolo di spesa gestito direttamente dal ministero oggi guidato da Anna Maria Bernini. Parliamo del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo). Ecco, nel 2025 non c’è stato alcun taglio: il governo ha dato 9,4 miliardi, in aumento rispetto all’anno scorso di 336 milioni di euro (benché, guardando molto indietro negli anni, il trend non sia positivo). Dunque le nostre università i soldi li hanno. Ma, come dicevamo, non li usano.

LA MONTAGNA DI LIQUIDITÀ: 14 MILIARDI FERMI

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