A due giornate dalla fine della prima fase il Napoli rischia una clamorosa eliminazione. Colpa degli infortuni e della stanchezza? No. E’ il calcio di Conte che non si adatta all’Europa

Tre trasferte e tre sconfitte. Una a Manchester con la scusante della precoce inferiorità numerica, una a Eindhoven con una figuraccia storica e l’altra in casa del Benfica che fin qui era stato una comparsa. Il cammino del Napoli nella Champions League della consacrazione è negativo ai limiti del flop, perché ai tre zeri viaggiando si uniscono il pareggio senza reti contro l’Eintracht Francoforte e le vittorie con Sporting Lisbona e Qarabag. Non è solo una questione aritmetica, a far discutere è proprio l’impianto complessivo del rendimento europeo di una squadra costruita senza badare a spese dopo il trionfale quarto scudetto della sua storia.

Gli infortuni spiegano qualcosa ma non tutto. Che a Lisbona i partenopei pagassero dazio alla fatica, senza rotazioni a centrocampo, era immaginabile ed è accaduto. Semmai c’è da chiedersi

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