Cambiamento climatico, tutti si ravvedono ma l’Ue prosegue imperterrita: e intanto il green continua a costarci caro
Solo pochi fanatici si ostinano a sostenere le strategie che ci hanno impoverito senza risultati sull’ambiente. Però le politiche green restano. E gli 838 milioni versati dall’Italia nel 2023 sono diventati 3,5 miliardi nel 2024.
A segnare il cambiamento di rotta, qualche giorno fa, è stato Bill Gates, niente meno. In vista della Cop30, il grande meeting internazionale sul clima, ha presentato un memorandum che suggerisce – se non un ridimensionamento di tutto il discorso green – almeno un cambio di strategia. «Il cambiamento climatico è un problema serio, ma non segnerà la fine della civiltà», ha detto Gates. «L’innovazione scientifica lo arginerà, ed è giunto il momento di una svolta strategica nella lotta globale al cambiamento climatico: dal limitare l’aumento delle temperature alla lotta alla povertà e alla prevenzione delle malattie». L’uscita ha prodotto una serie di reazioni irritate soprattutto fra i sostenitori dell’Apocalisse verde, però ha anche in qualche modo liberato tutti coloro che mal sopportavano i fanatismi sul riscaldamento globale ma non avevano il fegato di ammetterlo. Uscito allo scoperto Gates, ora tutti possono finalmente ammettere che il modo in cui si è discusso e soprattutto si è agito riguardo alla «crisi climatica» è sbagliato e dannoso.
Ormai, salvo appunto i fanatici di cui sopra, è difficile trovare qualcuno che sia disponibile a difendere la lotta alle emissioni di CO2 così come è stata portata avanti finora. Persino i grandi media, fino all’altro giorno impegnati nella caccia al «negazionista climatico», ora mostrano una evoluzione positiva. La Bbc, che già vive un momento piuttosto complicato su altri e ben noti fronti, ha annunciato una inchiesta interna che sarà utile a verificare l’imparzialità dell’informazione fornita sui temi green, scelta che fa presagire un riassestamento........





















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