Milano, la capitale immorale di Beppe Sala
La Palazzopoli che si è abbattuta sulla città è frutto di anni di interessi privati, di cementificazione selvaggia e di turbo liberismo. E mentre si accertano le responsabilità giudiziarie, Il sindaco “di sinistra” Giuseppe Sala non lascia. Ma la sua eredità morale e politica, nella metropoli che arranca, è scritta.
«Ho davvero pensato all’addio» ammette Beppe Sala in consiglio comunale. Ma poi dev’essergli balenato in mente il provvidenziale ammonimento di Giulio Andreotti: «Tirare a campare è sempre meglio che tirare le cuoia». In tempi meno sospetti, dissertando sul suo futuro, il sindaco di Milano aveva già dimostrato un certo attaccamento al potere: «Dopo tanti anni di politica, è naturale pensare di continuare a dare qualcosa di più». Nulla poteva essergli precluso. La sua proverbiale e incrollabile autostima. La stessa che, nonostante i nuvoloni giudiziari nel cielo plumbeo, può convincere a perseverare. Fino all’inevitabile.
Settantaquattro indagati. Sala accusato di induzione........© Panorama
