Arianna Meloni: «Ho litigato con Giorgia, ma solo per ragioni di carte»
INTERVISTA – Il rapporto complementare con il premier (e gli sporadici bisticci a tema burraco), la centralità in FdI («Ma io non sono “l’altra Giorgia”»), le dure polemiche del momento, il suo futuro… Panorama incontra la “sorella d’Italia”.
La presunta regina delle nomine è indaffarata. In una luminosa stanza di via della Scrofa, la “sorella d’Italia” legge messaggi e mormora sconsolata. Le due figlie meditano perigliosi viaggi con gli amici. «Siamo in piena fase adolescenziale» racconta Arianna Meloni. Dopo aver esaurito le incombenze genitoriali, però rivela: «La più grande ha cominciato a fare politica nella sua scuola».
La dinastia si allarga.
«Figuriamoci, c’è ancora tanta strada. Ma credo che sia una bellissima esperienza. I ragazzi di oggi si perdono nell’effimero. L’impegno politico aiuta ad approfondire le cose e immaginare soluzioni».
Quindi, approva.
«Certo, mi fa piacere».
Voi avete cominciato nel 1992.
«Erano i tempi di Tangentopoli e delle stragi di mafia. La politica era considerata brutta e corrotta. Chiesi a mia madre: “Qual è la differenza tra destra e sinistra?”. Mi rispose che la destra era spirito e la sinistra materia. Le dissi che, allora, io stavo decisamente a destra».
Era una ribelle?
«Ero spericolata. Mi buttavo nella mischia. Mia sorella era più introversa: razionale e posata».
Adesso, invece?
«È cambiato tutto. Sono insicura. Tendo a retrocedere. Preferisco stare dietro le quinte. Giorgia, al contrario, ha combattuto le sue paure».
Siete simbiotiche come dicono?
«Siamo molto simili nei modi o nelle battute. E la pensiamo, generalmente, allo stesso modo. Nella mappa genetica sembriamo gemelle omozigote».
Vi ha unite anche un’infanzia complicata?
«La nostra non era la famiglia del Mulino Bianco. Mio padre sparì alle Canarie. Poi, per sbaglio, io e Giorgia abbiamo dato fuoco a casa. Scappammo via in mutande e canottiera. C’erano fiamme alte fino
al soffitto. Siamo state costrette a trasferirci dai nonni, dove vivevamo
in quaranta metri quadri. E mia madre lavorava sempre, scrivendo romanzi rosa».
Cosa disse dopo l’incendio?
«“Stavolta non vi faccio niente, sennò vi ammazzo”. Siamo rimaste in punizione per mesi. Fino a quando non ci comprarono due uccellini
in un negozio di giocattoli di piazza Navona: uno viola e l’altro giallo».
Si commuove ancora, ripensandoci.
«Sono stati anni difficili. E io sono molto emotiva. Piango anche se guardo i film di Fantozzi. Mia sorella, quando si accorge che ho gli occhi lucidi pure ai comizi, scuote la testa».
Il sodalizio continua, quarant’anni più tardi.
«Restiamo complementari».
Dall’agosto 2023 guida la segreteria politica di Fratelli........





















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