Serra, Gualtieri, Totò e i portoghesi a Roma
Una volta i romani che non volevano pagare si spacciavano per portoghesi. Erano i tempi del re lusitano Giovanni V il Magnifico, nel Settecento. Per andare a Roma senza pagare agli italiani è bastato accodarsi al caravanserraglio delle sinistre, ai tempi della segretaria trinazionale Elly I l’Affabulatrice, anno di grazia e giubilare 2025. Tanto, in mancanza di Pantalone, sempre a pagare, ci ha pensato Roberto Gualtieri il Menestrello. È la politica del futuro, quella de-muskizzata e de-trumpizzata, senza sponsor e senza sovvenzioni di incerta natura: quella che parte dal basso, pluralista e inclusiva anche quando è esclusiva. Talmente dal basso che nessuno se n’era subito accorto, perché la benzina alla macchina a dodici stelle di piazza del Popolo è stata pagata con un inavvertibile prelievo individuale dalla tassazione collettiva. Ma che sarà mai, se c’è da battersi col coltello tra i denti pro Europa, anche se neppure Schlein, che ha il dono della chiarezza, ha saputo spiegare se quel “pro” latino significava........
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