menu_open Columnists
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close

Stadio, la delibera è un boomerang per Sala

2 0
thursday

 E quindi sarà solo e soltanto un prendere o lasciare, senza margini di trattative. Perché la delibera che a fine mese arriverà in Consiglio comunale per la vendita dello stadio San Siro, approvata ieri dalla giunta comunale con il solo voto contrario dell’assessore Elena Grandi dei Verdi (in precedenza aveva votato a favore in un caso e astenuta in un altro), non è una delibera in senso stretto, ma un vero e proprio contratto, con tanto di clausole stringenti e richiami normativi non interpretabili, ma solo da applicare. Quindi non è emendabile da parte dei consiglieri comunali, come spiegano gli assessori della giunta Sala. E la ragione di questo bel “pacco” a scatola chiusa è molto semplice. L’esecutivo cittadino, dopo una tarantella durata cinque anni, vuol sì vendere lo stadio, ma alle proprie condizioni, senza variazioni sul tema. Il Consiglio comunale deve solo limitarsi ad assumersi la responsabilità politica e amministrativa. Magari anche quella giudiziaria, considerando le inchiesta in corso. Non a caso nella delibera-contratto è previsto lo scudo penale per i due club (Milan e Inter).

Nel caso in cui dovessero essere aperte «indagini o procedimenti penali», sulla vendita dello stadio, tali da impedire «l’inizio dei lavori nei tempi concordati», o che mettano in «discussione la bancabilità del progetto», Milan e Inter potranno rescindere dal «contratto» di vendita dello Stadio San Siro. Non a caso i rossoneri sono sempre in corsa per realizzare un impianto a San Donato.
Ma non c’è solo lo scudo penale a gettare ombre sul documento........

© Libero Quotidiano