La rivoluzione di Donald Trump è il capitalismo politico
Che la politica di Donald Trump stia ridisegnando nuovi equilibri mondiali in sostituzione di quelli vecchi, che ormai facevano acqua da tutte le parti, è ormai a tutti evidente. Con la (forse) calcolata rozzezza dei suoi modi, il quarantasettesimo presidente americano sta rimettendo in primo piano i rapporti di forza fra le potenze, convinto che gli Stati Uniti, che avevano disegnato il vecchio ordine, abbiano ancora molte carte da giocare per avere un ruolo di primo piano nel nuovo e nascente. La partita dei dazi si inserisce in questa vasta operazione, e non può pertanto essere giudicata con il solo metro dell’economia. Trump ce lo conferma ogni giorno. Ci piaccia o no per lui la differenza fra amici e alleati, da una parte, e nemici e avversari, dall’altra, è secondaria rispetto a quella fra paesi che “contano” e paesi che “non hanno le carte”. Sicuramente si può leggere tutto questo come una riscossa della politica, come una reazione tesa a subordinare la sfera........
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