Oltre il Papa Re: “velenerie” vaticane
Ma Papa Francesco è stato davvero un pontefice liberale, oltre che chiaramente un populista peronista? Di sicuro, per 12 anni, con lui il Vaticano e la sua figura pietrina sono stati al centro della risonanza mediatica, grazie alle capacità innate di comunicatore del successore di Benedetto XVI, quest’ultimo colto e accorto ma anche lui vittima delle “velenerie” vaticane. Da decenni, ormai, nessuno degli assurti al soglio di Pietro sa come affrontare la scristianizzazione dell’Occidente e le chiese vuote, a fronte della crescita del cristianesimo nei continenti meno sviluppati. Soprattutto, le giovani generazioni disertano i rituali tradizionali (come la Santa Messa) e gli insegnamenti della catechesi cattolica, oggi incomprensibili a molti dei nati dopo gli anni Novanta. Così, seminari, conventi e chiese non trovano né preti per le parrocchie, né sufficienti vocazioni per diffondere la parola e l’esempio di Cristo nel resto del mondo. Con Francesco, la difesa a tutto campo dei diritti dei migranti, a favore di un’accoglienza indiscriminata, è stata oggetto di un’ossessiva, instancabile, super pubblicizzata e politicizzata comunicazione papale. Per di più, le sue continue chiamate in correo in merito alle responsabilità governative per l’adozione di politiche anti-immigratorie, ha creato serio imbarazzo all’interno delle democrazie occidentali e delle loro opinioni pubbliche a maggioranza anti-immigrazionista, favorendo la crescita inarrestabile di partiti di estrema destra xenofobi e anti élitari. Mai una parola papale sulla necessità del controllo delle nascite, per evitare centinaia di milioni di nuovi nati indesiderati, che nessuno sa come mantenere in continenti sovrappopolati e insicuri.
Per di più, il discorso pro-immigrazione bergogliano si è rivelato particolarmente scivoloso e ambiguo almeno su tre........© L'Opinione delle Libertà
