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Le pericolose parole del Papa su Gaza

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Nella giornata di domenica è stato annunciato l’ennesimo libro di Bergoglio, nulla di filosofico o teologico, ci mancherebbe (sic!), ma una sorta di vademecum per il buon cattolico in vista del Giubileo. Ampi stralci di quest’ultima fatica letteraria del Papa, intitolata La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore sono stati riportati in esclusiva dal quotidiano La Stampa e subito, come spesso accade quando parla o, peggio, scrive Francesco, alcune affermazioni del pontefice hanno fatto sobbalzare molti sulla sedia. In particolare una frase, estremamente pericolosa non solo dal punto di vista diplomatico, ha scatenato le ire di Israele e il raccapriccio di non poche cancellerie: “A detta di alcuni esperti – scrive Bergoglio – ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”.

Com’era prevedibile la reazione d’Israele non si è fatta attendere, con l’Ambasciata israeliana presso la Santa Sede che ha immediatamente replicato con un comunicato pubblicato su X in cui afferma che “l’unico massacro genocida è quello avvenuto il 7 ottobre 2023, chi lo nega vuole isolato lo Stato israeliano”. Nell’edizione del lunedì, il Corriere della Sera pubblica un’intervista a Edith Bruck, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, in cui la scrittrice affonda senza remore: “Francesco si sta sbagliando, a Gaza è una tragedia, ma........

© L'Opinione delle Libertà


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