Zainab Entezar è la voce delle donne di Kabul
Il cielo a Kabul è spesso azzurro e limpido, specialmente nelle stagioni secche e quando non infuriano le tempeste di sabbia. E poiché l’Afghanistan si estende tra Asia centrale e Asia meridionale, questa porzione è considerata un’area di passaggio da molte specie migratrici. Solcano i cieli il piccione selvatico, la maina dei passeriformi, il bulbul dai mustacchi rossi e la poiana che, insieme agli altri rapaci come il gigantesco avvoltoio barbuto e l’avvoltoio monaco, si rifugiano nei picchi delle montagne rocciose. Volano, volano incredibilmente liberi nei loro cerchi e percorsi, nelle impennate e nelle ascese. “Non è raro che le donne afghane dalle finestrelle degli occhi dei burqua si trovino, furtivamente, a scrutare e fissare quei voli, a inseguirli con la mente e il desiderio. Le donne afghane invidiano gli uccelli, letteralmente li invidiano. Perché gli uccelli sono liberi, gli uccelli vanno dove vogliono, gli uccelli partono e tornano, volteggiano e si posano e l’unica loro legge sono il vento e la natura”.
Zainab Entezar ha trentuno anni, è minuta, leggera, i suoi occhi sono neri come il carbone, la pelle color terra e i capelli lucidi risplendono di riflessi scuri. È piena di grazia, composta, educata, ma è come un vulcano che fuma lento nella misura di quanto arde dal cratere alla camera magmatica. Il cratere è la piccola e disegnata bocca di Zainab, che si muove lenta, che centellina e suona parole misurate, ma ogni parola è un evento, un fatto, una porzione di storia. La camera magmatica è “il suo Afghanistan” pieno di ricordi, di vissuto e di quelle vicende che Zainab Entezar, scrittrice, regista e attivista, laureata in giornalismo e amministrazione, dall’agosto 2021, quando sono tornati i Talebani a restaurare la dittatura islamica, racconta da rifugiata in giro per l’Europa.
All’attivo ha già tre libri. L’ultimo s’intitola “Fuorché il silenzio” e sono 36 storie di donne della sua terra, con la collaborazione di Asef Soltanzadeh (scrittore afgano emigrato in Iran e ora in Danimarca) e l’edizione italiana........
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