Europa e progressisti: sogno e desiderio
Otto giorni all’alba e finalmente sapremo la verità su chi sarà destinato a guidare l’Europa che verrà. Toccherà nuovamente a un centrosinistra sempre più sinistra-dipendente o vi sarà l’agognata svolta a destra? Non abbiamo la sfera di cristallo per anticipare alcun verdetto, per cui possiamo solo sperare. E, se possibile, desiderare. Sperare di uscire dall’incubo di un’Unione europea governata dai progressisti che, pur essendo minoranza quasi ovunque, per una qualche misteriosa ragione che attiene alla mancanza di spina dorsale del più grande partito continentale – il Partito popolare europeo – è sul ponte di comando della sgangherata nave comunitaria e da quella posizione privilegiata ne impone la rotta. Sperare nella salvezza della nostra identità di popolo e di nazione, continuamente attentata da un’ideologia mefitica che promuove l’azzeramento di ogni diversità in funzione della definitiva trasformazione dell’individuo da cittadino a suddito di un potere tecnico-burocratico, sovraordinato allo Stato nazionale.
Sperare nella valorizzazione delle tradizioni e delle peculiarità locali che hanno fatto grande il nome dell’Italia nel mondo. Sperare che la cultura mediterranea sopravviva all’assalto del moralismo peloso e a tratti razzista del protestantesimo che domina le terre del Nord. Sperare che le concentrazioni capitaliste delle multinazionali non l’abbiano vinta nel progetto di strangolare le piccole realtà produttive connesse ai territori, in nome di una mondializzazione che è sinonimo di massificazione dei bisogni e delle istanze collettive. E soprattutto non l’abbiano vinta nel perverso proponimento di convincere l’uomo medio europeo di essere perfetto in sé e padrone del suo destino nel mentre gli stringono ai polsi i ceppi della schiavitù consumista. Ma, come abbiamo detto, anche desiderare. Desiderare che l’uomo medio europeo non venga ulteriormente illuso di poter governare quel processo “superlativamente complesso e richiedente........© L'Opinione delle Libertà
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