#Albait. 25 aprile e sogni
Sulla Liberazione sono state sdoganate una serie di amenità. Chi si sente arroccato su posizioni di destra, si affanna a spiegare che in fondo i fascisti del Ventennio erano ragazzi come gli altri. La realtà è che quei ragazzi sostenevano un regime che prima del disastro e del crollo ci aveva regalato una serie di miserabili e opportunistiche brutte figure mondiali, dense di meschinità. La guerra della riconquista della Libia, che non fu mai gestita con i guanti bianchi, si colorò di una violenza e di uno stile oppressivo e a tratti autenticamente genocidario, in Cirenaica. Intere tribù furono mandate a morte. Quel che fu peggio è che non potendo eseguire le condanne contro le tribù nemiche, organizzate dagli inglesi, si massacravano spesso anche quelle amiche, con accuse di tradimento mai provate.
In Etiopia non fummo da meno. Fu usato il pugno di ferro, sempre dai soliti Pietro Badoglio e Rodolfo Graziani. Va detto che il regime si incantò da sé, a seguito delle campagne che consentirono all’Italia fascista di prendere tutta la Libia e l’Etiopia. Poco contò che gli eserciti avversari non avevano armi moderne, né aviazione. In Nord Africa, senza avere armi, cibo, equipaggiamenti, appoggio delle popolazioni africane, con l’esclusione di quelle eritree, i soldati italiani andarono molto oltre l’umanamente possibile. Le pagine peggiori furono l’attacco alla Francia, già piegata dall’attacco tedesco, e l’attacco alla Grecia, deciso a freddo, contro la logica. La guerra di........© L'Opinione delle Libertà
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