Il ruolo dell’esame autoptico nel processo
La medicina legale costituisce un elemento imprescindibile nel sistema giuridico contemporaneo, in quanto consente di trasformare fatti biologici e clinici in elementi probatori di rilevanza giuridica. Tra gli strumenti più significativi della disciplina, l’esame autoptico occupa un ruolo centrale, sia nelle indagini preliminari sia nel dibattimento, e rappresenta uno strumento fondamentale per determinare la causa, la dinamica e le modalità della morte, raccogliere tracce biologiche e fornire dati utili all’identificazione di autori di reato. L’autopsia giudiziaria non è dunque un mero atto medico, ma un vero e proprio procedimento tecnico-scientifico, la cui relazione costituisce prova tecnica con valore processuale, essenziale per la formazione del convincimento del giudice e per la tutela dei diritti delle parti.
L’autopsia giudiziaria si configura come esame post-mortem sistematico del cadavere, finalizzato a stabilire cause naturali, accidentali o violente della morte, determinare il tempo del decesso attraverso l’analisi dei segni cadaverici quali rigor mortis, livor mortis e ipostasi, e rilevare eventuali lesioni traumatiche o patologiche compatibili con dinamiche di reato. Essa produce un atto tecnico-scientifico ufficiale che viene allegato al fascicolo delle indagini preliminari e può essere utilizzato in dibattimento come prova. L’autopsia si articola in diverse fasi integrate tra loro: inizialmente si procede con l’esame esterno del cadavere, valutando lo stato generale, il colorito cutaneo, la rigidità muscolare, i fenomeni cadaverici e annotando eventuali lesioni, ecchimosi, abrasioni o ferite da taglio o da arma da fuoco,........
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