Libero scambio e cooperazione volontaria: una via per la pace
Un’autentica pace, stabile e duratura, può realizzarsi solo tenendo presente che la guerra è un atto politico come tale va trattata. Viene iniziata per raggiungere un obiettivo che con la diplomazia non è stato possibile realizzare. Da quando nel grande teatro della storia mondiale hanno fatto irruzione le masse popolari, Napoleone Bonaparte lo capì prima e meglio dei suoi avversari, essa è diventata un fatto che coinvolge appieno i civili e l’opinione pubblica sia degli aggressori che degli aggrediti. È diventata totale. Qualsiasi conflitto, a bassa o ad alta intensità, regionale o continentale, ha le stesse caratteristiche: inizia come crisi diplomatica, continua come militare e si conclude con una negoziazione in cui le parti raggiungono un equilibrio di potere con un accordo che sia tale da prevenire un riaprirsi del conflitto. Ma gli scontri militari sono prevedibili? Quasi sempre sì, in genere sono preceduti da un insieme di preparativi di mezzi e di uomini tale che è quasi impossibile nascondere le intenzioni bellicose di uno Stato. Sta all’abilità dei politici, alle capacità dei diplomatici e al buon senso di chi governa, aprire lo spazio della negoziazione preventiva per tentare una via pacifica. Dando per assunto questo, a guerra iniziata, nonostante le parti in causa, anche attraverso terzi continuino a parlarsi, le armi hanno la precedenza su tutto ed il........
© L'Opinione delle Libertà
visit website