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L'eterno presente dei piccoli esecutori dello sterminio

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28.02.2025

Lo sappiamo: è banale questo male. Lo si impara a scuola in maniera traumatica, affinché la Storia, in tutta la sua violenza, penetri nel nostro immaginario e non si ripeta. Hannah Arendt, nell’assistere, come inviata del New Yorker, ai processi per i crimini della Shoah nel 1961 a Gerusalemme, teorizza «la banalità del male». Durante il processo, il funzionario tedesco Adolf Eichman accusò chi era al potere di aver abusato della sua «obbedienza». Disse: «Il suddito di un governo buono è fortunato, il suddito di un governo cattivo è sfortunato: io non ho avuto fortuna». Nel libro, esecutori di crimini di guerra sono descritti come gente qualunque, come un «modesto postino»: persone che avevano non solo eseguito gli ordini, ma anche obbedito alle leggi. Con quella che viene definita Kadavergehorsam, «obbedienza cadaverica».

Sapere che il male è........

© L'Espresso