«La cicatrice per me un segno di luce. Così ho imparato a non sentirmi sola»
LA STORIA. Giorgia Testa cardiopatica dalla nascita, a 29 anni porta l’arte e la musica nei reparti di Cardiologia pediatrica.
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Ci sono ferite che non si cancellano, ma che in modo inaspettato trovano una via per risplendere. Sulla pelle di Giorgia Testa, ventinove anni, adesso la lunga cicatrice che attraversa il petto, memoria di un intervento al cuore che l’ha salvata tre giorni dopo la nascita, è come un lungo segno di luce. L’ha disegnata la vita, poi lei stessa l’ha ripassata d’oro: per ricordare che ciò che è stato rotto può diventare più bello. Come accade alle ceramiche giapponesi riparate con l’arte preziosa del kintsugi, dove la frattura non si nasconde, ma si esalta, perché racconta una storia di resistenza.
«Per anni ho odiato quella cicatrice confessa– mi sembrava una cosa da coprire, da cancellare. Poi ho capito che non era un segno di debolezza. Mi vergognavo del mio corpo, della mia diversità. Col tempo mi sono resa conto che era proprio quella linea a dire chi sono».
Giorgia è nata a Bergamo e vive in provincia di Varese. Già prima della nascita i medici le avevano diagnosticato una cardiopatia congenita complessa, e a pochi giorni di vita è stata operata all’ospedale cittadino (allora Ospedali Riuniti). Ci sono stati altri due interventi, di cui però Giorgia non ha memoria, perché era ancora molto piccola: «Mi è rimasta solo la cicatrice». E infine l’ultimo, dal quale è partita per scrivere la sua biografia «Dietro le mie cicatrici» (Europa edizioni).
La sua è una storia che unisce musica e rinascita, fragilità e coraggio: è volata a New York per inseguire i suoi sogni e si è diplomata alla «American Musical and Dramatic Academy» e oggi lavora nel mondo dello spettacolo, il suo nome d’arte è Kefàli. Nel 2021 ha fondato l’associazione «La musica del cuore», per portare l’arte e la musica nei reparti di Cardiologia pediatrica, aiutare la ripresa della vita sociale, la normalizzazione delle cicatrici post-operatorie e combattere il bullismo.
Ora il suo progetto intreccia le corsie di un ospedale alle luci di un palco.
Presto, infatti, tornerà simbolicamente dove tutto è iniziato: al «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo, dove il 25 ottobre alle 16 si terrà il concerto di «Note di vita», promosso dall’associazione che........





















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