Carcere, oltre 600 detenuti e pochi agenti. Appello al governo: «Colmare le carenze»
PALAZZO FRIZZONI. In Consiglio comunale la relazione della Garante, Valentina Lanfranchi. Il documento votato all’unanimità: «Più personale per la penitenziaria, ma anche educatori e risorse ai progetti di reinserimento».
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C’è un quartiere invisibile dove vivono quasi mille persone. È circoscritto da un muro di cinta affacciato su via Gleno: lo abitano circa 600 detenuti (il 6 ottobre si è eguagliato il record negativo con 605 reclusi, contro i 319 posti regolamentari), con un tasso di affollamento che lambisce il 190%, e ci sono circa 200 agenti di Polizia penitenziaria (ma dovrebbero essere una quarantina in più). E poi, con loro, anche i funzionari amministrativi (14 sui 23 previsti), gli educatori (solo 4 sui 6 della pianta organica), il personale sanitario, i religiosi, i volontari.
Se la casa circondariale è come un pezzo di città, anche il Consiglio comunale di Bergamo prova a farsene carico, con un grido d’allarme che da Palazzo Frizzoni prova ad arrivare a Roma. Ieri, l’aula ha approvato all’unanimità due ordini del giorno sulla situazione del carcere di Bergamo: in una lunga serie di punti, si sollecitano il governo e il ministero della Giustizia «affinché vengano colmate le carenze di organico di educatori e Polizia penitenziaria all’interno della Casa circondariale di Bergamo e vengano incrementate le risorse........
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