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Truffe sui permessi di soggiorno a Livorno, le intercettazioni: «Adesso mi picchiano sotto casa»

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09.06.2025

livorno

cronaca

LIVORNO. «Non mi mandare più messaggi Whatsapp. Non ti ho bloccato, il cellulare se lo sono presi i carabinieri». La trentatreenne napoletana Antonietta Sorrentino, fra le cinque persone finite ai domiciliari per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per aver organizzato l’ingresso in Italia di alcuni migranti bengalesi, indiani ed egiziani sfruttando le semplificazioni del “Decreto flussi” e facendo finta di farli assumere in aziende eccellenza del territorio come Ornellaia e Agricola Chiappini di Bolgheri, avrebbe continuato a parlare al telefono della sua presunta attività illecita anche dopo il blitz dei militari del nucleo investigativo di Livorno, comandato dal tenente colonnello Guido Cioli, che nel novembre scorso insieme ai colleghi del nucleo ispettorato del lavoro, diretto dal luogotenente Aldo Ferrecchia, l’avevano perquisita, indagandola, scoprendo il contestato “Caf abusivo” fra le mura domestiche di Carbonara di Nola, in provincia di Napoli, e sequestrandole una quantità imponente di documentazione e dispositivi, fra cui appunto il telefonino.

Le intercettazioni

Le avevano però, volontariamente, lasciato la sim card, cioè il suo numero originario, che lei prontamente ha poi installato su un secondo cellulare per tornare a comunicare. Ed è proprio attraverso questo, mentre i carabinieri la stanno ascoltando, che continua a parlare. È una conversazione con un cittadino straniero, al momento non identificato,........

© Il Tirreno