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De Raffaele scende in campo: l'Italbasket, la cena dei coach, la famiglia e Sanremo. «Il mio futuro? Allenare all’estero»

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Walter De Raffaele, 57 anni da compiere, è l’allenatore italiano di basket più vincente nell’ultimo decennio dopo Ettore Messina: due scudetti, una Coppa Italia e una Fiba Cup, trofei tutti conquistati con Venezia. Dopo la rottura con Tortona, dove è rimasto nell’ultima stagione e mezzo, è partito per il Giappone: «Un grande paese che non conoscevo, un bellissimo viaggio con la mia famiglia e una bella esperienza anche lavorativa». Adesso è tornato nella sua Livorno. «Stiamo finendo il trasloco. Erano molti anni che abitavamo fuori. In questo modo starò più vicino ai miei parenti e agli affetti, a cominciare da mia madre». E intanto si guarda intorno e aspetta la chiamata giusta: «Ho avuto dei contatti, ma per adesso nessun progetto sportivo che mi convincesse. Credo che fino a novembre sarà difficile che si sblocchi qualcosa. Cosa mi piacerebbe? Vorrei provare un’esperienza all’estero», risponde.

Coach, la nazionale Under 18 che vince il bronzo all’Europeo, l’Under 20 campione d’Europa dopo 12 anni e le ragazze che conquistano il terzo posto continentale trent’anni dopo l’ultima medaglia. È l’estate del Rinascimento cestistico azzurro?

«Diciamo questo, soprattutto per quello che riguarda il maschile le annate 2006, 2007 e 2008 hanno grande qualità, il merito è stato quello di farla fruttare al meglio. Si tratta di giocatori di grande talento che il movimento stava aspettando. E pensiamo che all’Under 18 mancavano Suigo e Perez, due giocatori che avrebbero inciso ancora di più. Adesso la cosa importante è capitalizzare questi risultati come avvenuto con l’argento alle Olimpiadi del 2004, altrimenti rischiamo la dispersione. Inoltre questi giocatori devono trovare sbocco nelle proprie squadre di Serie A, sperando che non troppi di loro vadano all’estero».

Chi o cosa di queste tre squadre l’ha impressionata maggiormente, anche guardando al futuro?

«Direi........

© Il Tirreno