Rimini, 10 novembre 2025 –  È iniziato con Chiara Saponi al banco dei testimoni il carosello di deposizioni da 95 persone ammesse dalla Corte d’Assise nell’ambito del processo a Louis Dassilva, imputato per l’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa con 29 coltellate nel seminterrato di casa sua in via del Ciclamino 31 a Rimini, il 3 ottobre 2023. E il ritratto della vittima che emerge dai racconti dei figli Chiara e Giacomo è di una mamma presente nella  loro vita, una donna ancora energica che a 78 anni guidava e si faceva carico di molti problemi familiari compresi quelli economici. Diversa la considerazione di Manuela Bianchi, la cognata che se ne era andata di casa tre settimane prima dell’incidente del marito Giuliano. “Manuela si lamentava che non la capivamo e non l'aiutavamo”, ha spiegato Chiara. “Una manipolatrice capace di spostare l'attenzione su se stessa come vittima”, ha affondato Giacomo Saponi, rispondendo ad una domanda del pm Daniele Paci. 

La figlia di Pierina è stata la prima a essere ascoltata nella terza udienza in corso al Tribunale di Rimini. Poi è stata la volta di Giacomo, a seguire ci sarà Giacomo Saponi. Una lunga deposizione quella di due dei tre figli della vittima, centrate spesso sulla figura della nuora, Manuela Bianchi, sposata con il maggiore dei figli, Giuliano Saponi, che con Dassilva aveva avuto una relazione sentimentale. “Tre settimane prima dell'incidente di Giuliano, Manuela era andata via di casa – ha raccontato Chiara ricordando come il fratello maggiore il 7 maggio del 2023, pochi mesi prima dell'omicidio della mamma, era stato vittima di un investimento stradale finendo in coma -. Manuela si lamentava che non la capivamo e non l'aiutavamo”. "Una manipolatrice perché era capace di spostare l'attenzione su se stessa come vittima”, ha invece spiegato Giacomo Saponi, rispondendo ad una domanda del pm Daniele Paci.

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