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Le telefonate ai più bisognosi: «Pronto, sono Papa Francesco»

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Chi ha sentito la Sua voce, l’accento straniero appena accennato, il tono tenue e l’inflessione dolce e premurosa, di certo non la dimenticherà facilmente. Fabio Rizzi, è uno di questi. Il suo telefono ha squillato, una mattina di novembre, e quando ha risposto, una voce dall’altra parte gli ha chiesto se era proprio lui, perché in linea, che voleva parlargli, c’era il Pontefice.

Suo figlio, che allora aveva sette anni, aveva scritto una lettera al Papa, dicendo che il padre lavorava le festività, e lui non lo vedeva abbastanza. Bergoglio, si era commosso, tanto da promettere al papà, che avrebbe fatto qualcosa per risolvere la situazione degli “schiavi del commercio”.

«Non dimenticherò quella voce» ha scritto lunedì il padre su Facebook. E per mantenere vivo il ricordo del Pontefice, ha chiesto a tutti i cittadini di Venezia di accendere un lume nelle terrazze fino al giorno del funerale, per ricordare il Papa che aveva appoggiato la battaglia sociale. C’è stato un altro momento, in cui Papa Francesco, appena eletto, ha voluto rompere le barriere che dividono lo Stato del Vaticano dalla vita della gente.

Un giorno di ottobre, da poco al soglio pontificio, ha ricevuto........

© Il Mattino di Padova