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Il futuro dell’Università Statale di Milano: “Non siamo un ateneo telematico, ma l’online non dev’essere un tabù”

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Il simbolo. La rettrice Marina Brambilla inaugura l’anno con toga e tocco ma senza ermellino: “Tradizione, innovazione e rispetto: evito le pellicce”

MILANO – Un piano strategico per traghettare l’ateneo più grande della Lombardia fino al 2030, un’Academy sull’intelligenza artificiale e il Campus Mind da mettere a terra. Si apre così l’anno accademico della Statale di Milano, il primo guidato da una rettrice, Marina Brambilla.

Rettrice, ha evidenziato il rischio che le università tornino a essere esperienze “elitarie”. Perché? E come evitarlo?

“L’Italia è uno dei Paesi con il minor numero di laureati, e già questo giustificherebbe l’impegno ad aumentare l’accesso. C’è poi un contesto di denatalità. Credo che le università e la Statale debbano rispondere facendo in modo di offrire formazione di eccellenza anche a studenti non tradizionali. Penso a chi è avanti con gli anni, a chi lavora, a chi ha famiglia, a chi non ha avuto percorsi scolastici lineari, a chi deve cambiare lavoro. La didattica innovativa, mista e online, non deve essere più un tabù. Dobbiamo rispondere come atenei pubblici a una domanda sincera”.

Che adesso bussa........

© Il Giorno


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