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Urbanistica a Milano, schiaffo del Riesame: «Semplificazione argomentativa svilente»

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16.09.2025

Una «semplificazione argomentativa svilente». Ragionamenti «apodittici», assenza di riscontri sull’ipotetico «pactum sceleris» e condotte assimilabili al più all’abuso d’ufficio (come ipotizzato dal Dubbio mesi fa), che però non esiste più. È una bocciatura pesante quella messa nero su bianco dai giudici del Riesame di Milano nelle motivazioni dei provvedimenti con i quali sono state annullate le misure cautelari per l’architetto Alessandro Scandurra e il costruttore Andrea Bezziccheri, unico tra gli indagati dell’inchiesta sull’Urbanistica di Milano a finire in carcere.

Arresti che non avrebbero dovuto esserci, dal momento che mancano - a dire dei giudici - gli elementi costitutivi della corruzione. Per ritenere sussistente la corruzione propria, spiega il Riesame, nei casi in cui - come questo - il passaggio di denaro è documentato, «è necessaria la prova del pactum sceleris (...) non essendo quindi sufficiente a tali fini la mera circostanza della intervenuta dazione di utilità». È necessario, dunque, un «rapporto sinallagmatico», anche perché ridurre la violazione dell’imparzialità al solo fatto del pagamento porterebbe a un’interpretazione troppo ampia dell’art. 319 c.p..

Ebbene, nell’inchiesta sull’Urbanistica il lavoro di ricostruzione di questo imprescindibile patto non c’è. Nessuna prova, nessun riscontro, anzi: «Le complessive emergenze processuali non hanno dimostrato che........

© Il Dubbio