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Quel Gip “appiattito” sulla procura conferma la necessità della riforma

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Il provvedimento con cui il Tribunale del Riesame di Milano ha bocciato larga parte dell’inchiesta urbanistica condotta dalla procura, e inizialmente avallata dal giudice per le indagini preliminari, è diventato qualcosa di più di un atto giudiziario: è un tassello che entra a pieno titolo nel dibattito politico sulla riforma della giustizia e, in particolare, sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri.

La motivazione del Riesame è stata netta: l’impianto accusatorio è fragile, segnato da «semplificazioni argomentative svilenti» e il gip, dal canto suo, ha sposato in maniera acritica la tesi della procura, dando per scontati riscontri che non esistevano. In poche righe, il Riesame ha offerto al pubblico un’immagine plastica di ciò che i sostenitori della riforma denunciano da anni: il rischio che il giudice si trasformi in un passacarte della procura, senza svolgere quel ruolo di filtro e controllo che la Costituzione gli affida.

Un concetto forse sottovalutato dalla sempre acuta Flavia Perina, che su La Stampa dà una lettura opposta della vicenda. A Milano, sostiene, pm e giudici non sono affatto contigui: si confrontano duramente, a volte si........

© Il Dubbio