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L’affaire Maruotti agita l’Anm e rischia di minare la campagna anti-riforma

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«Non esiste un caso Maruotti», dicono dalle parti di Area, «non finirà così», replicano quelli di Magistratura indipendente e i 101. Al centro del dibattito, lo «scivolone lessicale» del segretario dell’Anm Rocco Maruotti, che invitato al dibattito “Giurisdizione creativa e applicazione della legge. La riforma della giustizia”, tenutosi ad Assisi, ha praticamente definito i laici del Csm non all’altezza del compito, a confronto con gli illustri precedenti. Una frase, precisano le toghe progressiste, che non arriva dal nulla, ma come risposta alle parole «altrettanto gravi» del viceministro della giustizia Francesco Paolo Sisto, che pochi minuti prima aveva dichiarato che «qui c’è qualcuno che per aver vinto un concorso vuole governare il Paese», accusando la magistratura di osteggiare la riforma per difendere «privilegi» e «cattive abitudini correntizie». Per questo il problema principale, ha sottolineato, sarebbe il sorteggio, che «spezza definitivamente il rapporto tra il Csm e le correnti». E se il caso Palamara ha «tolto il velo», secondo il viceministro la degenerazione è ravvisabile anche nella nomina del Primo Presidente della Cassazione, per la quale il plenum si è diviso (14 voti contro 13 all’altro candidato) proprio per «enfasi correntizia». Da lì, dunque, la risposta di Maruotti.

Lo scivolone, comunque, c’è stato e il segretario dell’Anm ha chiarito in più occasioni - pubblicamente e non - di aver pronunciato........

© Il Dubbio