Carceri al collasso, l’idea di La Russa: modello Covid contro il sovraffollamento
«Le condizioni civili devono essere previste per chiunque, soprattutto per chi è in carcere, specie per chi è nelle mani dello Stato: se lo Stato ha il dovere di punire chi sbaglia, ha il dovere di assicurare condizioni civili per chi è detenuto». Sono parole del presidente del Senato Ignazio La Russa, che nel corso della cerimonia del Ventaglio, in Sala Koch, a Palazzo Madama, ha annunciato una proposta di legge, la cui stesura è affidata alla vicepresidente Anna Rossomando, per garantire la liberazione anticipata ai detenuti con pena residua inferiore a 18 mesi e per reati non gravi. Rossomando, nella giornata di ieri, ha finito di limare il testo, che poi, incassato il placet di La Russa, verrà sottoposto ai gruppi parlamentari, anche di maggioranza.
Un modo per superare il lassismo della politica sul tema, che non è stato intaccato nemmeno dall’ennesimo appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che un mese fa, incontrando il nuovo capo del Dap, aveva invocato, «per rispetto della Costituzione, ma anche della storia e dei caduti della Polizia penitenziaria», un intervento immediato. La situazione, aveva sottolineato Mattarella, è «preoccupante», contrassegnata da «una grave e ormai insostenibile condizione di sovraffollamento», condizioni strutturali «inadeguate», sulle quali intervenire con urgenza, «nella consapevolezza che lo spazio non può essere concepito unicamente come luogo di custodia, ma deve includere ambienti destinati alla socialità, all’affettività, alla progettualità del trattamento». Un richiamo esplicito alla sentenza della Consulta sull’affettività in carcere, a lungo negata nonostante la........
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