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Addio alle garanzie se in gioco c’è la libertà economica: l’asimmetria italiana ispirata all’antimafia

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08.07.2025

La recente pronuncia della Prima Sezione penale della Cassazione del 20 giugno 2025, n. 23723, sul cosiddetto “daspo urbano”, offre l’occasione per una riflessione critica su una delle tensioni più profonde del nostro sistema giuridico: l’applicazione asimmetrica delle garanzie costituzionali in base al diritto fondamentale coinvolto. Mentre, in materia di libertà personale, la giurisprudenza impone un controllo giurisdizionale pieno, effettivo e sostanziale, quando si tratta della libertà economica e d’impresa lo stesso controllo si assottiglia fino a ridursi, spesso, a un sindacato meramente formale, deferente verso l’amministrazione.

Il caso del daspo urbano, oggetto della sentenza n. 23723/ 2025, è emblematico. La Suprema Corte ha chiarito che l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, in quanto incidente sulla libertà personale, richiede un sindacato giurisdizionale che non si limiti alla legalità formale del provvedimento prefettizio. Il giudice è tenuto a verificarne la coerenza, la proporzionalità, la motivazione logica e la reale giustificazione, in ossequio all’articolo 13 Cost. e ai principi di ragionevolezza e necessità.

Tuttavia, questa postura garantista sembra dissolversi quando il baricentro si sposta sulla libertà economica. In tema........

© Il Dubbio