Senza testo né accordo, altro giro a vuoto sul fine vita. E spunta l’ipotesi di un giudice tutelare
Il testo che non c’è sul fine vita galleggia ancora nel mare increspato del Comitato ristretto al Senato. Dove si procede per piccoli passi, una fumata nera dietro l’altra, alla ricerca di un punto di partenza, prima che di un approdo. L’obiettivo dichiarato dalla maggioranza è arrivare in Aula il 17 luglio con un disegno di legge “condiviso”. Ma il tempo stringe, e un accordo, di fatto, è lontano: sia con le opposizioni, sia dentro il centrodestra. Ovvero tra i due relatori della legge, Pierantonio Zanettin di Forza Italia e Ignazio Zullo di Fratelli d’Italia.
Ancora oggi, la riunione a Palazzo Madama si è conclusa con un nulla di fatto, tra le proteste del dem Alfredo Bazoli, che ha abbandonato in anticipo il Comitato delle commissioni Affari sociali e Giustizia lamentando l’ennesima «finta» discussione a vuoto. «È un teatrino», dice il senatore del Pd raggiunto al telefono. Un modo per tergiversare e «nascondere l’incapacità del centrodestra di prendere una direzione di marcia chiara». Come dimostrerebbe anche il fatto che all’incontro era presente un solo esponente della maggioranza, Erika Stefani della Lega. Oltre ai relatori e al presidente della decima commissione, il meloniano Francesco Zaffini. Segno della «trascuratezza» con cui il centrodestra affronta il tema, commenta Bazoli, che parla di «vergogna infinita e senza confini».
Questo non vuol........
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