“Perdonate il disturbo, ma vorrei morire dignitosamente”
“Scusate il disturbo”.
Sono le ultime tre parole dell’ultimo messaggio di Martina Oppelli. Oppelli è morta la mattina di giovedì 31 luglio in Svizzera. Aveva chiesto di poter morire a casa sua.
“Perché, perché dobbiamo andare all’estero, perché dobbiamo pagare, anche affrontare dei viaggi assurdi? Io ho fatto un viaggio lunghissimo, dopo che non uscivo da casa da più di un mese e non lasciavo la mia città da oltre undici anni, è stato veramente uno sforzo titanico”.
Perché?
Oppelli è ormai dipendente dagli altri per qualsiasi cosa, deve usare la macchina per la tosse, assume molti farmaci.
“In questi ultimi due anni il mio corpo si è disgregato, io non ho più forza, ma non ho più forza nemmeno di respirare delle volte, perfino i comandi vocali non mi capiscono più. Ecco, io ho anche il catetere vescicale, ho un tubo di scappamento come una macchina al quale non sarei mai voluta arrivare, perché io non sono una macchina, sono un essere umano, io non funziono, io vivo e voglio vivere dignitosamente fino alla fine, o desideravo. Adesso desidero........
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