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Sudafrica–Usa: lo scontro sui visti per i bianchi, le tensioni sugli investimenti

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22.12.2025

Il blitz eseguito pochi giorni fa dalle autorità sudafricane in un centro di Johannesburg collegato alla gestione di richieste di visti e programmi di ricollocamento verso gli Stati Uniti ha aperto un nuovo fronte di tensione diplomatica tra Pretoria e Washington, già divise su numerosi dossier politici ed economici.

Nel corso dell’operazione, il dipartimento sudafricano degli affari interni ha arrestato sette cittadini keniani impiegati nella struttura. Secondo le autorità, i lavoratori operavano con visti turistici non compatibili con attività lavorative, in violazione della normativa sull’immigrazione. Gli interessati sono stati espulsi. Pretoria ha dichiarato che il centro non godeva di status diplomatico e che nessun funzionario statunitense è stato arrestato.

La struttura è dedicata alla gestione di richieste di visti e percorsi di protezione per cittadini sudafricani bianchi, che negli ultimi mesi hanno trovato maggiore accesso a programmi statunitensi. L’iniziativa dell’amministrazione Trump si fonda sulla tesi secondo cui una parte della minoranza bianca sudafricana sarebbe oggetto di discriminazioni o persecuzioni. Il governo sudafricano respinge questa lettura, sostenendo che, pur in presenza di problemi sociali e di sicurezza, le accuse di discriminazione sono infondate.

Washington ha definito il blitz inaccettabile e ha chiesto chiarimenti formali, denunciando un’interferenza con programmi statunitensi legati all’immigrazione e una messa a rischio dei funzionari federali le cui identità sarebbero state rese pubbliche. Pretoria ha risposto rivendicando la propria sovranità e il diritto di far rispettare le leggi nazionali, accusando gli Stati Uniti di politicizzare il tema e di diffondere una narrativa che mina la reputazione del paese.

Il contesto economico e le modifiche normative

Parallelamente alla vicenda dei visti, il governo sudafricano ha avviato modifiche normative nel settore delle telecomunicazioni che potrebbero facilitare l’ingresso di operatori esteri come Starlink, il servizio satellitare di Elon Musk. Le nuove direttive prevedono che i fornitori stranieri possano soddisfare gli obblighi di empowerment economico e sviluppo sociale tramite strumenti alternativi (investimenti sociali, formazione e sviluppo di competenze) anziché cedere quote azionarie a gruppi locali, come previsto dalle tradizionali regole di Broad-Based Black Economic Empowerment (B-BBEE).

Il ministro delle comunicazioni, Solly Malatsi, ha sottolineato che le modifiche mirano a stimolare gli investimenti esteri e migliorare l’accesso a infrastrutture digitali, soprattutto nelle aree rurali, senza abolire formalmente le regole di empowerment. Il provvedimento è stato accolto con favore da alcuni operatori tecnologici, mentre partiti come l’Economic Freedom Fighters (che ha una forte connotazione di sinistra e di nazionalismo nero) lo criticano, temendo un indebolimento delle misure di redistribuzione economica.

Interpretazioni e implicazioni

I fatti si prestano a diverse interpretazioni. Non è infondato infatti pensare che le tensioni sui visti e la narrativa sulla condizione dei bianchi possano essere lette anche come parte di una più ampia pressione politica degli Stati Uniti sul governo sudafricano.........

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