Le parti invariabili della guerra di Netanyahu
Vista la complessità del conflitto israelo-palestinese, spiegarlo in profondità diventa ogni giorno più articolato. Talmente elaborato che per non perdere il filo “logico” è consigliato affidarsi alla realtà dei fatti. Dov'è la commissione di stato israeliana chiamata a indagare le responsabilità del fallimento del 7 ottobre 2023?
Trattandosi dell'unico meccanismo, organo indipendente e imparziale, in grado di giudicare compiutamente l'accaduto sarebbe quantomeno indispensabile la sua presenza. L'inchiesta interna dell'Idf ha riconosciuto il "completo fallimento" dell'esercito nel prevenire l'attacco di Hamas. Quando i risultati del rapporto sono stati pubblicati il capo di stato maggiore dell'Idf, il generale Herzi Halevi, aveva già da settimane annunciato le proprie dimissioni, addossandosi pienamente gli errori di comando: "Mi assumo la mia responsabilità". Anche l'intelligence israeliana ha tratto le medesime conclusioni, riconoscendo di aver commesso sbagli colossali. Presentando il dossier l'ex capo dello Shin Bet, Ronen Bar, aveva commentato: "Come colui che ha guidato l'organizzazione, porterò questo pesante fardello sulle mie spalle per tutta la vita". Chi non si è mai sottratto alle responsabilità, a differenza di Netanyahu, è Yoav Gallant, allora ministro della Difesa. Il suo primo mea culpa risale a pochi giorni dopo il massacro. Inequivocabile, e apparentemente sincero.
Da allora sono passati quasi due anni di guerra. Lo scorso maggio l'esecutivo della destra populista, religiosa e nazionalista ha bloccato l'avvio della commissione, rinviandola ad meliora tempora. Tutto perché Netanyahu non è disposto ad accettare la realtà della verità: ammettendo le proprie colpe, umane e politiche. Non accadrà. Farlo significherebbe confessare l'inconfessabile, rendersi complice del disastro.
Quanto ancora?
A Gaza oltre l'80% dei morti sono civili. Parliamo di decine di migliaia di vittime innocenti. La prestigiosa rivista internazionale Lancet stima che il numero reale dei decessi è sostanzialmente sottostimato, in un contesto di emergenza umanitaria, su cui gravano carenze di beni di prima necessità ed incombe l'incubo, certificato, di carestia. Il presidente dell'Irlanda Michael D. Higgins ha proposto l'intervento di “una forza per garantire l'accesso umanitario a Gaza”, anche se il Consiglio di sicurezza dell'Onu dovesse porre il veto all'iniziativa. Materiali video e testimonianze confermano l'uso massiccio di raid da parte dell'esercito israeliano in aree densamente affollate, e di........
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