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La profezia del parroco di Schiavon da dove è partito Parolin: «Qui abbiamo un Papa»

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La statale che taglia in due il paese. Poi la piazza già assolata, con il municipio, la biblioteca e la scuola elementare, dove insegnava la madre. E, poco più in là, la chiesa principale, con l’asilo parrocchiale e i bambini che colorano di festa questo paese da 2.600 anime, alle porte delle prealpi beriche.

Schiavon. È in questo incrocio di strade che è nato ed è cresciuto Pietro Parolin, che a queste coordinate è ancora “don Piero”. Cardinale, segretario di Stato della Santa Sede, braccio destro di Papa Francesco. E, anche per questo, tra i più titolati ad assumerne l’eredità.

«Se succede, scendiamo a Roma. Addobbiamo il negozio coi festoni e tutto il resto. E magari cambiamo pure nome al paese, come hanno fatto a Riese» dice Giovanni Bertinazzo.

Il 22 aprile, a Schiavon, era quasi tutto chiuso: due dei tre bar lungo la via principale, la trattoria. Il punto d’incontro è il negozio di ferramenta. È da qui che bisogna partire per incontrare il “Pietro” bambino.

Via Roma, civico 45. Lì dove oggi, al piano terra, c’è un salone d’acconciatura. E, 70 anni fa, viveva la famiglia Parolin. Erano gli anni del boom economico, del coraggio e dei salti nel vuoto per cercar fortuna. E così Luigi, che al piano terra di quella villetta aveva il negozio di ferramenta, decide di vendere, mettendosi a commerciare attrezzi agricoli e bombole.

«Era il 1963. Ho rilevato l’attività e, con mia moglie Maria e mio figlio Maurizio, mi sono trasferito in quella casa. Vivevamo con loro. Fino alla morte di Luigi, in un incidente stradale» racconta Bertinazzo,........

© Corriere delle Alpi